Filippo Prestia

Filippo Prestia è lo scultore dei grandi di Sciacca, la città dove è nato il 12 aprile 1948. Ha plasmato le statue in bronzo del padre della storia siciliana Tommaso Fazello (giardino adiacente la chiesa di San Domenico) e del “poeta del mare” Vincenzo Licata (molo di levante del porto), il mezzobusto del sindacalista Accursio Miraglia (villetta Lazzarini). È con i grandi ritratti che Prestia esprime e rivela la piena padronanza dello scultore consumato, sapendo trasmettere all’ancestrale materia un’anima capace di comunicare espressioni sempiterni” scrive Gioacchino Mistretta nel catalogo della mostra che nel 2002 il maestro ha allestito a Menfi, in occasione di Inycon per il quale ha realizzato una splendida statua di Bacco, ora nella biblioteca civica.

Ma Filippo Prestia è autore di altre importanti sculture come la statua di tre metri e trentatré centimetri di Gesù Liberatore che si trova a Palermo al Centro Margi Faraci; o come la statua monumentale dedicata alle vittime del DC9 caduto a Ustica che, restaurata, è stata collocata nell’arena giardino del Multisala Badia Grande di Sciacca.

Filippo Prestia è stato non solo scultore, ma anche pittore, ceramista e pure insegnante di materie artistiche. Ha frequentato le accademie di belle arti a Palermo e a Roma. Per diversi anni ha soggiornato e operato in varie città d’Italia: Roma, Savona, Albissola Mare, Genova, Novara, Vicenza, Nove di Bassano e Padova. Dal 1972 al 1983 ha vissuto ad Abano Terme dove ha aperto uno studio d’arte e insegnato educazione artistica. Assieme a otto amici pittori nel 1983 ha fondato l’Associazione Culturale “Donatello” a Padova.

Trasferitosi alla fine del 1983 a Sciacca, ha aperto uno studio d’arte nella centralissima Via Giuseppe Licata 149 e ha insegnato decorazione ceramica nel locale Istituto Statale d’Arte. “Fa ritorno alla terra natale – scrive di lui l’amico e storico Francesco Cassar – assillato da un’insanabile malinconia per i suoi colori che non hanno eguali. A un certo momento abbandona l’insegnamento per dedicarsi all’Arte”.

Preso da una fervida creatività, ha allestito personali e partecipato a rassegne d’arte in Italia e all’estero. Soprattutto nella scultura ha approfondito lo studio, la ricerca, la sperimentazione utilizzando diversi materiali: argilla, bronzo, oro, argento, marmo, resina e vetro.

È stato tra i pochi a usare l’Encausto, antica e laboriosa tecnica di pittura a cera fusa e “di volta in volta – dice Francesco Cassar – ottiene risultati che colgono sorpresi, di una luminosità unica: ritratti di figure infantili e femminili a cui riesce a far dire ciò che lui ha dentro: la mantenuta innocenza, la pulizia interiore, la vaghezza, come in Tiziana”.

Filippo Prestia è stato sempre alla ricerca di nuovi soggetti e nuovi materiali per dare forma a quell’irrefrenabile voglia di tirare fuori il fuoco creativo che lo ha sempre distinto mai pago di ciò che le sue mani creavano.

Lo scultore dei grandi di Sciacca è prematuramente scomparso il 1° febbraio del 2012, all’età di 62 anni. L’ultima sua mostra, “Memorie di vibrazioni”, è stata allestita postuma nei locali del Circolo di Cultura nel dicembre del 2022, su iniziativa della moglie Anna e del figlio Giuseppe che ha anche dedicato al padre una galleria d’arte virtuale permanente sui social per far conoscere e ricordare e tramandare ai posteri la grandezza del padre artista.

Giuseppe, anche lui un artista, in altri campi, ha voluto rendere un tributo al padre “artista dal cuore d’oro” nel giorno dell’anniversario della sua scomparsa: “Un tempo che sembra essere volato – dice –, ma frizzato in quel lasso di tempo in cui una persona estrosa rimane per sempre nella storia della sua città che ha sempre amato e negli annali degli artisti che hanno saputo lasciare all’arte, opere eterne in bronzo che tutti i figli di questa terra e di Sciacca, potranno ammirare nei secoli”.

L’amico scrittore e poeta Salvatore Li Bassi nella nota di un catalogo ha scritto: “Che la sua arte sia destinata a valicare i confini dell’esistenza è convinzione di Filippo Prestia che fa della sua attività scultorea un mezzo per superare le barriere della temporalità e lasciare un segno della sua presenza nel mondo con opere che resistano alla furia distruttrice del tempo. La sua mente è una fucina inesauribile e le sue creazioni nascono improvvise e maturano pian piano attraverso un lavoro attento e scrupoloso, sino a farsi ‘leggere farfalle’ docili e sorridenti, in un mondo malvagio e più volte disumano”.

Siamo di fronte a un maestro eclettico, “custode geloso della classica tradizione dell’arte” ha detto di lui il critico d’arte dell’Università di Bologna Franchino Falsetti in occasione dell’esposizione di Menfi del 2002. “Il suo entusiasmo e la sua dirompente creatività hanno fermato il tempo: la sua pittura e la sua scultura sono testimonianze di un ‘conservare’ e di un ‘divenire’. La versatilità artistica e l’eclettismo culturale fanno di Filippo Prestia l’interprete raffinato della nostra quotidianità, capace di trasmettere, con semplicità ed efficacia, vive emozioni e sentimenti veri o trasfigurati dal sogno della speranza”.

 

Raimondo Moncada 

 

FONTI

I familiari: la moglie Anna, il figlio Giuseppe

Cataloghi di mostre

Francesco Cassar, Sciacca. Cultura del ‘900, Melqart Communication, 2020.

(Foto fornita dalla moglie Anna Licata)

Ultimo aggiornamento

19 Novembre 2025, 12:58

 
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