La ceramica artistica di Sciacca
Non passa inosservata. Appena entri in città è una festa di colori, una festa di ceramica. La vedi sui muri, la vedi lungo le scalinate, la vedi lungo le vie principali e i vicoli e le piazze del centro storico nelle tante botteghe che la espongono in vetrina, nelle pareti d’ingresso, ma anche fuori sui marciapiedi dove pure, nella stagione estiva, trovi i suoi autori modellare o dipingere al tornio, piatti, vasi, statuette, mattonelle e altro.


Sciacca è la città della ceramica, di quella artistica, da secoli. È tra le città d’Italia di antica tradizione. Si trova pure all’interno dell’Aicc, l’Associazione italiana città della ceramica assieme a Faenza, Collesano, Città di Castello, Cerreto Sannita, Gubbio, Caltagirone, Burgio per citare qualche località.

Sciacca è per l’intera giornata un vivace laboratorio di arte, tramandata nei secoli di generazione in generazione e che si studia pure in una sezione del locale liceo artistico “Giuseppe Bonachia”, già Istituto d’Arte di Sciacca, dedicato a uno dei suoi storici maestri e interpreti vissuto tra la fine del 1500 e il 1600 nel periodo considerato di maggior fulgore. Giuseppe Bonachia è uno dei più famosi pittori di mattonelle di ceramica in Sicilia, autore tra l’altro della splendida fascia maiolicata della cappella di San Giorgio dei Genovesi, luogo di culto costruito nel 1520 e dal 1952 non più esistente. Alcuni pannelli, si possono ammirare nei corridoi del liceo artistico. Raffigurano scene del Vecchio e del Nuovo Testamento.


«Il documento saccense più antico rimane il pannello di San Calogero, collocato nella grotta a monte Cronio, che reca la data 1545 e il nome del suo autore, il presbiterio Francesco Lu Sciuto, pronipote del più celebre Nicola» ci ricorda il libro Le Città della Ceramica, guida realizzata dall’Aicc con il Touring Club Italiano.

Quell’arte del Cinquecento è ancora viva, con la sua tradizione, con gli antichi stilemi e con i caratteristici colori. Ma accanto alla continuità col glorioso passato, troviamo anche produzioni che guardano alla contemporaneità, con elementi innovativi, e con artigiani che si sono trasformati in autentici artisti, con un proprio stile e una creatività che ogni giorno sperimenta, alla ricerca di nuove forme, nuove soluzioni cromatiche, nuove emozioni. E lo conferma Ignazio Navarra nel suo excursus storico contenuto nella pubblicazione del 2004 del Disciplinare di produzione della ceramica artistica e tradizionale di Sciacca con elencati i requisiti per l’uso del marchio CAT:
«Oggi, a Sciacca, esistono decine di botteghe di ceramica, dentro cui svolgono la loro attività numerosi maestri. Alcuni producono ceramiche ispirate all’antica tradizione dei Lu Xuto, dei Bonachia, dei Lo Boi, dei Giuffrida, dei Trisca e dei Daidone; altri seguono una via diversa, quella della ceramica italiana e straniera, moderna e contemporanea. I maestri che seguono l’indirizzo dei maestri ceramisti attivi fra il 1470 e il 1700 impiegano nella decorazione dei vasi (boccioni e albarelli, soprattutto) i colori che furono cari ai maiolicari del passato: il giallo paglia, l’arancio, il turchese, il blu e il verde ramina. La ceramica – pregevole quanto quella sei secoli andati, è da tempo presente nel mercato siciliano e internazionale».

IL Comune di Sciacca, assieme ad altre città dell’isola di storica tradizione (Caltagirone, Santo Stefano di Camastra, Burgio, Collesano e Monreale) ha dato vita al progetto-percorso artistico e turistico denominato le Strade della Ceramica Siciliana.
Raimondo Moncada
FONTI
Disciplinare di produzione della ceramica artistica e tradizionale di Sciacca – pubblicazione del Comune di Sciacca
Le Città della Ceramica – guida del Touring Club Italiano e dell’Aicc
Ultimo aggiornamento
12 Dicembre 2025, 10:37
Comune di Sciacca