Il suo nome viene tirato fuori nel corso di una puntata di Vesper al cinema dedicata interamente a Leonardo Sciascia, condotta il 27 novembre 2019 alla Badia Grande dal direttore di Tele Monte Kronio Massimo D’Antoni. Ne parla uno degli ospiti, il sindacalista Pippo Di Falco, altro intellettuale di Racalmuto, di cui tanto i giornali hanno parlato per la sua decisione di acquistare l’abitazione dove lo scrittore del Giorno della civetta visse quasi quarant’anni, per farne una casa-museo e un centro studi:

“Voglio ricordare una persona, e non solo perché siamo a Sciacca. Una persona forse un po’ dimenticata. Uno dei libri originali di Sciascia, piccolino, ha avuto come editore Nuccio Galluzzo: Il mito del Vespro. Un libro bellissimo. L’ho avuto allora in regalo proprio da Nuccio Galluzzo. E lo voglio ricordare perché è stata una persona straordinaria. Il mito del Vespro è tra l’altro introvabile. Ho altri libri di Nuccio Galluzzo. Ma quello di Sciascia è una pubblicazione importante. Lo scritto gliel’affidò proprio Sciascia”.

La pubblicazione è custodita nella storica biblioteca comunale “Aurelio Cassar”. Nella copertina senza alcuna immagine, con solo titolo e nome dell’autore, troviamo in basso il logo e il nome dell’editore: Nuccio Galluzzo. Nella prima pagina scritta, ci viene spiegato di cosa si tratta: “Questo saggio sul Vespro che ripubblichiamo, ricorrendone quest’anno il settimo centenario, Leonardo Sciascia lesse al Convegno di Studi Verdiani nel 1973, a Torino, per l’inaugurazione del nuovo Teatro Regio. Inaugurazione che si ebbe sotto il segno di Verdi e dei suoi Vespri Siciliani”. Nell’ultima pagina, viene aggiunto che “Il mito del Vespro di Leonardo Sciascia è stato stampato in edizione fuori commercio da Vito Quartana tipografo in Sciacca in centoquindici copie il 2 settembre 1982”.

Un libro da leggere per approfondire una pagina di storia che ci appartiene. Leonardo Sciascia scrive tra l’altro: “Quelli che fecero il Vespro, che si mossero a gridar ‘Mora, mora!’ contro lo straniero, contro l’oppressore, in nome della loro fame e della loro passione, non seppero se servivano la rivoluzione o la controrivoluzione, né se le generazioni a venire avrebbero avuto sotto la Spagna un destino tanto più opaco e triste di quello che avrebbero potuto avere sotto la Francia. Fecero, con una rapidità e una violenza mai più vista, un grande tentativo di mutare la loro sorte, di restituirsi alla dignità. E questo seppero cogliere, ‘inventando il vero’, uno storico e un musicista, Michele Amari e Giuseppe Verdi”.

Leonardo Sciascia legato, dunque, alla città di Sciacca per la pubblicazione del Mito del Vespro e per il luogo di nascita di un suo celebre romanzo. Lo dice lo stesso scrittore nel libro intervista La Sicilia come metafora: “Il giorno della civetta mi è stato ispirato dall’assassinio ad opera della mafia del sindacalista comunista Miraglia”.

 

Raimondo Moncada

(Inserito nella rubrica “Leggere, sapere, vivere” dello spazio internet della Biblioteca comunale “Aurelio Cassar”)